Il tiro sportivo e amatoriale è in lutto per il grave fatto di cronaca avvenuto a Roma, e tutte fonti di informazione si sono scatenate su questo mondo.
È doveroso e d’obbligo però fare chiarezza tra i vari tipi di poligono che esistono in Italia.
La differenza principe è lo status di poligono Nazionale a guida Uits (Unione italiana tiro a segno nazionale) e i poligoni privati.
Nel poligono nazionale è permesso, dopo la consegna del solo certificato medico e aver preso parte ad un corso sul maneggio dell’arma, il noleggio di un’arma e l’utilizzo della linea di tiro anche se ancora non in possesso di porto d’arma.
Nel poligono privato l’accesso alle linee di tiro è consentito solo alle persone che abbiano già conseguito il porto d’ami e solo con le proprie armi.
Analizziamo ora cosa potrebbe essere successo.
Il Tsn (Tiro a segno nazionale) poligono nazionale limita le sue informazioni al certificato medico e alla verifica del casellario giudiziario o alla richiesta dello stesso in quanto l’uso dell’arma data in noleggio dovrebbe essere circoscritto all’area del poligono. Chiaramente in questa occasione è mancato un controllo o una delimitazione dell’area frequentabile con l’arma noleggiata. La possibilità di accumulare colpi è estremamente facile basta non usare qualche cartuccia e portarsela via, poiché non è necessario portare i bossoli dei colpi esplosi ma solo una eventuale rimanenza. Non è pensabile un qualsiasi tipo di perquisizione senza usare adeguate attrezzature che sappiamo solo in uso presso gli aeroporti.
Nei poligoni privati invece, come abbiamo già detto, è necessario il porto d’armi, che nel caso di specie è stato rifiutato, quindi il fatto non sarebbe potuto avvenire.
Se anche fosse stato rilasciato a seguito delle denunce in essere, le forze dell’ordine avrebbero sicuramente eseguito il sequestro delle armi detenute.
Quello che questa vicenda evidenzia è una carenza di comunicazioni tra le istituzioni.
Sarebbe bastato che il comando dei carabinieri, che ha rifiutato il porto d’armi, avesse comunicato al poligono la situazione per bloccarla sul nascere, ma le due istituzioni sono tra loro scollegate e molto probabilmente una non sapeva dell’altra.
Ora cercare di dare la colpa ai controlli medici non avvenuti o avvenuti in maniera superficiale è pura demagogia. Solo le forze dell’ordine del territorio sono in grado di monitorare il comportamento di una persona ed intervenire in maniera tempestiva ed a loro tutte le istituzioni si dovrebbero rivolgere.
Una cosa è certa, mai nessun medico può prevenire quello che si può scatenare nella mente umana.
L’ho già scritto in un mio articolo e ci tengo a ribadirlo.
Noi legali possessori di armi siamo soggetti a costante e giusto controllo da parte degli uffici proposti al rilascio delle autorizzazioni di polizia, la nostra condotta è e deve essere irreprensibile; dal punto di vista psicologico dobbiamo dare garanzia di grande equilibrio ed autocontrollo per essere giudicati idonei, ed è per questo che con una punta di orgoglio ci sentiamo “cittadini certificati” sotto il profilo clinico e legale.
Purtroppo quando accadono tragedie come quella accaduta a Roma non possiamo che sentirci doppiamente feriti.
Intendiamo rimanere la categoria di cittadini più controllata di ogni altra e ci auspichiamo anzi che i controlli nei nostri confronti siano sempre più accurati ed efficaci a tutela stessa dell’immagine e dell’onorabilità della nostra categoria.
Ci riteniamo in disaccordo con qualsiasi entità pubblica o privata, istituzionale o non, che strumentalizzando eventi drammatici come questo proponga o anche solo assecondi una rappresentazione demagogica atta a criminalizzare il nostro comparto.
Lo Shooting club tiro dinamico di Vasanello (Vt) e l’Atr (Associazione tiro Roma) condannano fermamente ogni forma di violenza nei confronti delle donne e di tutti i soggetti più deboli e condanna qualsiasi uso improprio delle armi.
Le più sentite condoglianze ai familiari delle innocenti vittime.